Come comunica Maurizio Martina

di Francesco Fabiano – Il Corriere della Sera ha intervistato oggi il neo segretario (per fortuna non più definito reggente, una denominazione oggettivamente screditante) del PD Maurizio Martina. Il suo partito arranca e fatica a trovare una strada per indicare una direzione a tutti coloro che non si riconoscono nelle politiche dell’attuale governo (non sono tanti ma ci sono). Diciamo subito che, da un punto di vista del profilo personale, Maurizio Martina è un politico giovane, dal volto e dall’immagine pulita e che ispira onestà e fiducia. Ma tutte le connotazioni positive che la sua persona trasferisce si depotenziano, sino quasi ad annullarsi, se cominciamo ad analizzare la sua comunicazione pubblica e politica. Nell’intervista Martina esordisce criticando fortemente l’idea di Casaleggio di superare l’attuale sistema parlamentare a favore di una democrazia diretta che preveda l’ausilio della tecnologia. Martina risponde a Casaleggio così: “Io penso che l’alternativa alla dittatura dell’algoritmo sia un’idea forte di comunità”. Dimenticandosi completamente di spiegare qual è questa idea forte di comunità. E ancora più avanti: “Il primo antidoto è una nuova cittadinanza propositiva per legami sociali forti” Anche qui sfido chiunque a capire cosa significhi nel concreto questo periodo. Da una parte una proposta di Casaleggio: “Il Parlamento in futuro sarà inutile” che, indipendentemente dal fatto che si possa condividere o meno, è una proposta che ha questi pregi:

1. Chiara (cioè che tutti possono comprendere)

2. Concreta (descrive non solo un idea ma anche una azione da fare)

3. Innovativa (coglie le enormi potenzialità della tecnologia e il desiderio crescente di ridurre l’eccesso di mediazioni politiche e di coinvolgere maggiormente i cittadini)

Dall’altra parte una posizione, quella di Martina, che ha invece questi difetti:

1. Fumosa (cosa significa “una nuova cittadinanza propositiva”?)

2. Teorica (dire “un’idea forte di comunità” senza spiegare come si declina concretamente questa idea, è come non dire nulla. il grande Giorgio Gaber cantava: ” se potessi mangiare un idea avrei fatto la mia rivoluzione” )

3. Difensiva (la percezione che può avere chi legge è che Martina voglia difendere lo “status quo”)

Il segretario conclude l’intervista in questo modo: “Il PD deve mettere in campo una nuova idea di futuro, che sia alternativa all’egoismo individualista proposto da questo governo”. Ecco, un proposito interessante se solo si indicasse qual è questa nuova idea di futuro e anche il “come” queste intenzioni vogliono diventare proposte dettagliate, azioni. Fare degli esempi concreti non guasta mai, anzi consente a chi legge di calare idee e valori nella sua realtà quotidiana. Ogni governo ha bisogno di una opposizione, che è parte imprescindibile di un sistema democratico, ma una opposizione moderna e fattiva non può limitarsi a criticare l’operato del governo ma deve anche saper formulare proposte concrete e possibilmente innovative per essere percepita come credibile dagli elettori e cominciare a costruire una alternativa reale. Indipendentemente dalla posizioni che il PD sceglierà di prendere ci sono due errori che proprio non deve fare:

1. Non avere idee e proposte concrete e innovative

2. Non riuscire a farsi capire

Perché ad esempio il PD non si intesta una campagna nazionale per la natalità? Gli italiani non fanno più figli, la popolazione diminuisce, l’INPS non potrà più pagare le pensioni, le classi scolastiche sono sempre più vuote e la mancanza di nuovi nati è un pericoloso campanello di allarme per un intero popolo. I bambini sono gioia, vita, futuro e ciò per cui vale la pena di fare sacrifici e di tirare fuori il meglio di noi (a detta anche di molti che legittimamente scelgono di non averne). Una campagna per la natalità avrebbe numerosi meriti e numerosi sostenitori oltre all’impareggiabile connotazione di essere facilmente comprensibile e di grande empatia popolare. Sulle azioni concrete a sostegno delle madri e della maternità una occhiata alla vicina Francia, tanto per cominciare, non guasterebbe affatto.

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